(1991)
ARRIVA L’ENNESIMO DONO ELARGITO DALLA COMPAGINE DI SINISTRA:
IL PARCO NATURALE REGIONALE “MEDIO FORTORE”
(2009)
Ennesimo regalo delle ormai note Giubbe Rosse ad un sistema economico , quello agricolo soprattutto, che ha ormai raggiunto livelli di vera e propria emergenza.
Anziché affrontare rapidamente la crescente crisi del comparto economico mediante l’intervento diretto con stanziamenti a supporto di una economia allo stremo delle forze, stretta nella morsa di debiti di impresa e di un mercato sempre più speculare, la regione Puglia a maggioranza inserisce il Medio Fortore nelle aree protette in Puglia imponendo ulteriori vincoli ad un territorio ormai blindato.
IL PDL Sezione di Lesina si OPPONE FERMAMENTE
Noi siamo convinti che l’istituzione dei Parchi è il solito modo di bruciare risorse per fornire ai Comuni finanziamenti a pioggia per opere che servono solo a racimolare consensi elettorali. Lesina è stanca di porgere sempre l’altra guancia ai soliti furbetti di turno. Il nostro territorio è già abbastanza esautorato di vincoli, limitazioni di ogni genere causa SIC – ZPS e dir si voglia che, da una lato impediscono il normale svolgimento di attività che caratterizzano l’economia locale (caccia , pesca ……) e dall’altro impediscono investimenti privati alternativi (fotovoltaico, eolico). Lesina è stata già svenduta una volta (Parco Nazionale del Gargano) per volontà di poche persone senza ottenere nulla in cambio, sia in termini di posti di lavoro che di risorse finanziarie da utilizzare sul territorio.
DO UT DES (io do affinché tu dia)
La creazione di parchi, per i soliti noti politici ed amministratori locali, è diventata ormai l’unica opportunità da sfruttare per l’occupazione di amici e parenti disattendendo puntualmente le reali esigenze della collettività.
Tutto ciò ancora una volta è frutto di una decisione presa nell’assoluto silenzio di quattro mura da coloro che si professano da sempre CAMPIONI di trasparenza e comunicazione. In una società democratica in cui il popolo è sovrano, le decisioni di tale portata, tenuto conto delle conseguenze che esse provocano, andrebbero quanto meno discusse in una conferenza pubblica da tenere con tutti gli operatori di settore: agricoltori, pescatori, cacciatori, forze politiche… in cui si valutino le opinioni di coloro che rappresentano il vero tessuto sociale ed economico del territorio.
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